Si sono svolti giovedì 8 febbraio 2024 gli incontri periodici dei docenti della Facoltà teologica del Triveneto divisi per aree di insegnamento. Teologi e filosofi hanno ospitato Paola Bignardi, che ha anticipato i risultati della ricerca sui “giovani in fuga”, svoltasi nel 2023 e che sarà pubblicata a fine marzo con il titolo “Cerco dunque credo?”, a cura di Paola Bignardi e Rita Bichi per Vita e Pensiero. L’indagine, a cui ha collaborato anche la Facoltà teologica del Triveneto, è promossa dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo di Milano.
Paola Bignardi ha sintetizzato i risultati della ricerca in dieci punti, concentrando l’attenzione su due di essi: le diverse tipologie di allontanamento e la trasformazione dell’esperienza della fede in spiritualità.
«Le narrazioni dei giovani esprimono una metamorfosi del credere, cioè una trasformazione dell’esperienza religiosa in navigazione solitaria, una fede molto intima e sostanzialmente personale, a tratti individualistica – riporta Didonè». Di queste diverse trasformazioni dell’esperienza della fede in spiritualità ne sono state evidenziate in particolare tre: interiorità, natura e connessione. «L’esperienza di “connessione” – aggiunge – si pone agli antipodi della religione istituzionale perché la chiesa, dicono questi giovani, fa come “da filtro” e non permette di sperimentare il legame in quanto troppo rigida, perché in essa è già tutto precostituito».
Questa accurata esplorazione nel mondo giovanile, realizzata a dieci anni dal volume Dio a modo mio (2013), conferma che è in atto un mutamento antropologico molto profondo. «Le trasformazioni in atto nel modo di vivere l’umano rendono sempre più necessario il superamento dello schema interpretativo chiesa-mondo, tipico delle costituzioni conciliari, a favore di un approccio più antropologico alle questioni religiose, intese come rapporto diretto tra Vangelo e uomo. Tale spostamento si colloca nel quadro generale del processo di reinterpretazione del cristianesimo nell’attuale contesto culturale e sociale e lascia aperte molte domande. Di fatto – conclude Didonè –, con le varie forme di “allontanamento” i giovani chiedono alla chiesa una maggiore affidabilità e coerenza con l’originaria esperienza evangelica. Sperando che non sia ormai già troppo tardi».
IN ALLEGATO UN ARTICOLO DI STEFANO DIDONE’, docente di Teologia fondamentale della FTTr