Generare alla vita di fede, una “scommessa sulla bellezza della testimonianza cristiana”

Sono state definite “linee per la pastorale battesimale per le Chiese del Nordest”: raccolgono le riflessioni emerse durante la “due giorni” di studio dei Vescovi del Triveneto, tenutasi a Cavallino (Venezia) poco più di un anno fa, con la partecipazione anche dei responsabili diocesani per la catechesi e per la famiglia, su «Generare alla vita di fede: genitori e sacramento del Battesimo» e soprattutto presentano le indicazioni che, sull’argomento, i Vescovi intendono ora proporre alle Chiese del Triveneto.

Particolare rilievo è dato all’impegno delle comunità cristiane, nella loro interezza, in tale ambito: “L’incontro attraente con il Signore Gesù – scrivono i Vescovi – avviene quando la sua presenza si fa percepibile nella testimonianza di amore, di preghiera e di gioia della Chiesa. L’iniziazione cristiana è precisamente una scommessa sulla bellezza della testimonianza cristiana. Prima di interrogarci, allora, sulla reale convinzione con la quale i genitori chiedono il Battesimo per i loro piccoli e li portano al catechismo in parrocchia, le comunità cristiane sono chiamate a interrogarsi sulla loro fedeltà alla parola di Dio e a verificare se in esse è possibile cogliere la “vita nuova” dei cristiani e restarne affascinati, nonostante i limiti e le povertà di ognuno. L’incontro personale con Cristo non è un incontro individuale, ma è un incontro che si realizza grazie alla mediazione delle comunità dei credenti. È la comunione di vita con altri cristiani che fa nascere alla vita di fede nuovi cristiani e li aiuta a sviluppare il bene generato in loro da quella fede”.

I Vescovi osservano che “la fede va proposta, non presupposta, anche quando i genitori vengono di loro iniziativa a domandare il Battesimo per un figlio. Perciò occorre ripensare, nella prospettiva di un rinnovato primo annuncio, ciò che offriamo alle mamme e ai papà, quando li accompagniamo al Battesimo dei loro piccoli e nella prima educazione cristiana dei figli. Non sempre le nostre comunità cristiane investono le loro energie in quest’opera di annuncio, di accoglienza e di accompagnamento…”.

Come punti condivisi e comuni di una pastorale battesimale nell’area triveneta, il testo si sofferma sulla preparazione dei genitori (e dei padrini), sul tempo successivo al Battesimo (non sia un “tempo vuoto di attenzioni pastorali”) e sulla valorizzazione delle scuole parrocchiali dell’infanzia in quella particolare fase evolutiva dei bambini.

Il documento – che esce significativamente con data 31 gennaio 2015 (giorno, per la Chiesa, della memoria liturgica di S. Giovanni Bosco, grande pastore ed educatore) – accenna anche a due “delicate questioni inerenti alla pastorale battesimale” – i criteri di ammissibilità al Battesimo e la scelta dei padrini – per concludere, infine, con queste parole: “Gli Uffici diocesani per la catechesi e gli Uffici diocesani per la pastorale della famiglia, cooperando in comunione, predispongano strumenti e materiali per la pastorale battesimale e per la pastorale delle prime età, formino catechisti dedicati alla catechesi dei genitori, propongano ai parroci di aprirsi a una rinnovata prassi battesimale e post-battesimale. A Maria Santissima, Madre della Chiesa, affidiamo i bambini delle nostre comunità, i loro genitori, i nonni, i padrini, le madrine, i sacerdoti, i catechisti. Possa Lei stessa custodire la fede che il Battesimo dona ai piccoli e che lo Spirito di Dio può riaccendere nel cuore degli adulti”.

Qui il testo integrale

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